Dentro il tuo cuore

Tazzelenghe

(sin. REFOSCO DAL BOTTON)

La prima testimonianza di questa varietà ci arriva nel 1823 dal Di Maniago che parla di vino Tazza-lingua. Tazzelenghe in lingua friulana significa “taglia la lingua” con evidente richiamo alle caratteristiche dell’uva che se assaporata dà l’impressione di frizzante, di amaro e di asprigno.

E' forte la tua personalità
poderoso il tuo corpo.
Sai essere ruvido e scontroso
rustico ed agreste.
Alla fine però
dentro il tuo cuore
si scoprono
improvvise
inaspettate
note di gentilezza e cortesia.

- Oscar Della Maestra -

La scheda

La prima testimonianza di questa varietà ci arriva nel 1823 dal Di Maniago che parla di vino Tazza-lingua. Tazzelenghe in lingua friulana significa “taglia la lingua” con evidente richiamo alle caratteristiche dell’uva che se assaporata dà l’impressione di frizzante, di amaro e di asprigno. Era considerato un vitigno speciale del Friuli, molto produttivo, e serviva a migliorare i vini deboli. La varietà Tazzelenghe viene citata nel catalogo dello Stabilimento agro-orticolo di Udine dell’anno 1864, e nel 1922 il Dottor Domenico Dorigo lo definisce “… vitigno affine al Refoscone/Refosco di Faedis, ma più di questo vigoroso e fertile”. In alcune zone di collina il Tazzelenghe era chiamato “Refosco dal botton”. Molto resistente alla peronospora e all’oidio, dà un vino un po’ ruvido inizialmente, e quindi per ammorbidirsi necessita di un periodo di invecchiamento in legno. Questo vitigno è attualmente poco coltivato in regione, e alcuni piccoli vigneti antichi si trovano vicino all’Abbazia di Rosazzo.

Il Tazzelenghe fa parte della grande famiglia dei Refoschi ed è imparentato in primo grado con il Refosco di Faedis, assieme al Berzamino, al Refosco Bianco, al Refosco di Rauscedo e alla Coneute.

Il vino di Tazzelenghe presenta un’intensità colorante medio-elevata, con tonalità rosso rubine unite a sfumature violacee che si mantengono anche durante l’invecchiamento. A livello sensoriale, l’olfatto incontra sentori di frutta rossa (mora, lampone, ciliegia) e di spezie (liquirizia e in maniera minore pepe bianco); rimangono anche alcune sensazioni floreali e di vegetale secco che rendono l’aroma di questo vino complesso. A livello gustativo da giovane presenta una acidità elevata, che aumenta la sensazione astringente data dai tannini, mentre sia la struttura che la persistenza risultano medie. Si ammorbidisce dopo un periodo di affinamento in legno aprendosi con una vasta gamma di sensazioni piacevoli.

Dott. Paolo Sivilotti

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Musiche composte ed eseguite da Claudio Filippini - pianoforte
ispirate alle poesie originali di Oscar Della Maestra

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